Le domande angosciose che tutti si pongono sono: quando ne usciremo e come ne usciremo.
L’emergenza medica finirà per esaurimento naturale, come è sempre avvenuto per qualsivoglia altra simile manifestazione virale.
Solo allora si potrà valutare se si è trattato di un evento eccezionale o meno.
Sul come ne usciremo la risposta è: mettendo in campo “l’intelligenza”, nel senso latino di comprensione profonda, quella reale, quindi, e non quella virtuale, a cui si dovrà accompagnare, necessariamente, l’esercizio della “volontà” di cambiare.
In
termini concreti, invece, ne usciremo quando, invece che assumere, per
una linea di febbre, un qualsiasi farmaco, osserveremo con rispetto
questo fenomeno naturale di autodifesa, evitando di ritenere che
cancellare il sintomo significhi guarire. I farmaci antifebbrili sono
inutili e dannosi nella gran parte dei casi, come affermato da ogni
medico coscienzioso, perché inibiscono l’azione immunitaria degli
anticorpi naturali.
Esattamente uguale è la considerazione che deve essere fatta per prodotti quali la mitizzata Amuchina.
Ne
usciremo quando, invece che assumere purganti che devastano la flora
interna del nostro organismo, berremo più acqua e faremo un po’ di
moto.
Ne
usciremo quando, in caso di mal di testa, invece che assumere
antidolorifici rilasseremo il nostro corpo mettendoci a riposo e magari
useremo tecniche di meditazione.
Ne
usciremo quando, se respiriamo male, eserciteremo i nostri polmoni ad
ampliare la loro portata con una semplice ginnastica, piuttosto che
assumere farmaci inutili.
Ne usciremo quando rifiuteremo il cibo trash e ci metteremo dentro il corpo sostanze non alterate dalla chimica.
Allora
saremo guizzati fuori dal circuito dell’industria della distruzione
delle difese immunitarie che è, ormai, diventata la farmaceutica.
Tragitto semplice, lineare, comprensibile.
Non
vi la necessità di ricorrere ad alcun "fai da te", ad alcun stregone o
apprendista tale, né ascoltare guaritori o ciarlatani, ma mettere in
campo, appunto, intelligenza e volontà per contattare medici che diano
quei consigli. Ce ne sono tanti, per fortuna.
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