OBIEZIONE DI COSCIENZA CONTRO IL LOCKDOWN



Fino a 50 anni fa, tutti i giovani erano tenuti ad assoggettarsi al servizio di leva obbligatoria, la cui finalità era la difesa della Patria, ritenuto un interesse comune fondamentale.
L’introduzione della possibilità di evitare il servizio per motivi etici individuali, l’obiezione di coscienza, ha rappresentato una evoluzione epocale sia da un punto di vista sociale che da un punto di vista giuridico, dato che essa ha equivalso a far prevalere un diritto personale rispetto ad un diritto collettivo. La norma che la introdusse parla di “imprescindibili motivi di coscienza ... attinenti a una concezione generale della vita basata su profondi convincimenti religiosi o filosofici o morali professati dal soggetto”. Imprescindibili, e quindi più importanti della difesa della Patria.

Pur nella ipotesi, ammessa senza concederla, che la situazione sanitaria attuale rappresenti una potenziale emergenza, si deve ritenere che la concezione generale della vita basata sulla convinzione e la consapevolezza di dover lavorare per il mantenimento proprio e della propria famiglia possa far profilare un caso di obiezione di coscienza. Ad ogni cittadino italiano profondamente convinto della necessità di lavorare per la propria sopravvivenza, dunque, deve essere riconosciuto il diritto di deroga rispetto alle attuali misure di contenimento, che rendono impossibile esercitare la propria convinzione in nome di un potenziale contagio.

Un ulteriore diritto che questo Governo calpesta tramite le misure restrittive è il diritto ad esercitare la propria fede religiosa da parte dei fedeli ed il diritto ad esercitare il proprio ministero da parte dei sacerdoti, o di figure parallele in riferimento ad altre religioni. Anche in relazione a questo diritto, il Governo non può prescindere dall’ammettere deroghe rispetto alle misure di contenimento, che permettano alle persone coinvolte di non violare i propri prescindibili convincimenti che impongono la celebrazione comunitaria delle funzioni religiose.

Analogamente, anche ai cittadini la cui concezione generale della vita è basata sul profondo convincimento filosofico della necessità di un diretto contatto con la natura deve essere riconosciuto il diritto di obiezione di coscienza, affinchè essi possano esercitare il loro diritto imprescindibile di realizzare la propria unione con la natura.

Si tratta di convincimenti che hanno autorevolissimi sostenitori, tra cui il Presidente della Repubblica Tedesca Schäuble, che ha dichiarato che il diritto alla dignità umana prevale rispetto al diritto alla salute. Si tratta di una affermazione potente, considerando che Schäuble è da anni in carrozzella. Una persona provata dalla salute, ma un vincente!

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